Ubisoft Singapore descritta come l'antenna per editori più tossica secondo un nuovo sondaggio

Ubisoft Singapore descritta come l'antenna per editori più tossica secondo un nuovo sondaggio

©Ubisoft

Kotaku ha approfittato del suo tempo in Ubisoft Singapore per mettere in discussione la cultura dell'azienda. Dopo aver portato alla luce le caotiche condizioni di sviluppo di Teschio e ossa, il sito ha pubblicato ieri un'inchiesta particolarmente inquietante sulla gestione di questo ramo di Ubisoft.

Rivelazioni che, per chiunque abbia già letto le inchieste di Liberation, Numerama o Gamasutra riguardanti altri studi Ubisoft la scorsa estate, suoneranno meno come una sorpresa quanto come conferma che c'è davvero un tarlo nel frutto. .



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"Il peggior studio Ubisoft in termini di cultura"

Spinta a promuovere una cultura aziendale sana e inclusiva, la realtà dietro il sipario di Ubisoft sarebbe molto diversa. 

I fatti qui raccontati dalle fonti di Kotaku sono quasi – e ovviamente tristemente – banali. Vengono descritti in particolare manager tirannici, un dipartimento delle risorse umane che protegge a tutti i costi i propri "talenti" e notevoli disparità salariali tra dipendenti di Singapore ed espatriati francofoni.

Tra i venti dipendenti ed ex dipendenti di Ubisoft Singapore che Kotaku ha potuto interrogare, continuava a emergere un nome. Quella di Hugues Ricour, prima produttore, poi direttore generale dal 2018 prima che un'inchiesta interna datata novembre 2020 lo definisse «inadeguato a continuare le sue funzioni. »

Hugues Ricour è ora "Production Intelligence Director" presso la sede di Ubisoft a Parigi; responsabile in particolare della produzione dei progetti AAA del gruppo.

Una “punizione” che risuona stranamente nelle orecchie di chi descrive l'uomo come in parte responsabile della tossicità dello studio, e che avrebbe pronunciato osservazioni insistenti e inopportune contro i suoi subordinati durante diverse vicende dell'azienda. Per non parlare dei suoi sbalzi d'umore. Vendicativo e meschino, nelle parole delle fonti di Kotaku, Hugues Ricour "sembra il tipo di persona che si diverte a farti sentire incompetente".



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La politica della seconda possibilità

Di fronte ad almeno due dipendenti sul motivo del trasferimento dell'ex produttore quando i fatti descritti avrebbero meritato, secondo loro, un licenziamento, Virginie Haas, a capo degli studi Ubisoft, avrebbe sostenuto la "cultura della memoria" prevalente nell'azienda.


Un termine che evoca un'uscita di Christine Burgess-Quémard, predecessore di Virginie Haas, durante un'intervista nel 2019: "Abbiamo un detto: in Ubisoft hai sempre diritto a una seconda possibilità. Non tagliamo la testa se per la prima volta sono stati commessi errori. Stiamo dando loro una seconda possibilità”.

Ora guidata da Daryl Long, ex direttore dello studio Ubisoft Winnipeg, l'atmosfera sembra essersi calmata - un po' - nei locali di Singapore. Ma i dipendenti attendono ancora i profondi cambiamenti promessi da Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, in risposta ai sondaggi sulla cultura della sua azienda pubblicati la scorsa estate.


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