Il sindacato dei lavoratori dei videogiochi si esprime contro gli NFT nei videogiochi

Il sindacato dei lavoratori dei videogiochi si esprime contro gli NFT nei videogiochi

©Binance

Mentre gli sviluppatori di giochi continuano a inveire contro NFT, i vari editori mostrano sempre più interesse.

Di fronte al crescente interesse di Konami o Square Enix, l'Union of Video Game Workers (STJV) si oppone a gran voce agli NFT e alle tecnologie blockchain.

L'STJV parla contro gli NFT e la blockchain

NFT e criptovalute sono sulla bocca di tutti. Tanto che diversi editori di videogiochi hanno provato a cavalcare la nuova ondata di parole d'ordine alla moda, come Ubisoft o GSC Game World (STALKER 2), con dispiacere dei loro team. Un sondaggio ha mostrato che il 70% degli sviluppatori di videogiochi era contrario all'integrazione della blockchain nelle loro produzioni. Di conseguenza, quando Team17 ha cercato di vendere NFT, i vari studi sotto la sua ala lo hanno abbandonato, costringendo l'editore di giochi indipendente a ritirarsi.



Di fronte all'entusiasmo dei vari attori del settore, Nintendo compresa, l'Unione dei Lavoratori dei Videogiochi ha pubblicato un lungo comunicato stampa per prendere posizione contro gli NFT e la blockchain, "tecnologie alla ricerca di problemi da risolvere, piuttosto che risolvere problemi esistenti. Come sottolineato, i motivi per cui gli editori sono interessati sono vari, ma il più ovvio rimane la bolla speculativa attorno a blockchain e NFT. In altre parole, soldi facili per lo studio, senza assumersi responsabilità e attirando un pubblico inizialmente poco interessato all'intrattenimento. 

Monetizza l'inesistente

"I videogiochi devono smettere di essere dei casinò permettendo a studi ed editori di sfruttare i più fragili e i più giovani tra noi", spiega il sindacato. “Si tratta di una richiesta che mira tanto a tutelare la nostra capacità di produrre opere di qualità quanto a tutelare i giocatori che desiderano provare piacere a scoprirle. L'organizzazione vede anche gli NFT come un simbolo di un sistema economico in cui le aziende sono così avide di profitto che vogliono persino monetizzare l'inesistente.



Per il sindacato, gli NFT si riferiscono infatti a un oggetto che può essere utilizzato in un ecosistema chiuso, la cui esistenza e utilità rimangono soggette alla buona volontà dell'editore del gioco. Per poterlo utilizzare altrove, sarebbe quindi necessario che la casa editrice NFT dia il suo accordo, quindi che un altro studio accetti di integrarli senza alcun guadagno significativo nei propri giochi. Basti dire che è utopico. Tanto più che le proprietà propagandate dai promotori di questi token non fungibili esistono già e sono già realizzabili nei giochi senza passare per la blockchain. Oggetti unici con varie proprietà? Team Fortress 2 lo fa da 10 anni con scambi possibili su Steam. Oggetti che possono essere scambiati con denaro reale? C'era già CSGO. Meccaniche di gioco per guadagnare (ottenere oggetti in cambio di tempo di gioco)? I MMORPG e altri gacha come Genshin Impact ne hanno fatto il loro gioco principale, e gli esempi sono tanti quanto raccontano.



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